Venerdì 18 marzo 2016
Ensemble Zefiro
Alfredo Bernardini, odoe e direzione
“Divertimenti per 6 strumenti a fiato”
musiche di Wolfgang Amadeus Mozart
Fondato nel 1989 a Mantova dagli oboisti Alfredo Bernardini e Paolo Grazzi e dal fagottista Alberto Grazzi, l'Ensemble Zefiro ha un organico variabile che negli anni è diventato un punto di riferimento in ambito internazionale per il repertorio cameristico del Sette-Ottocento su strumenti d'epoca. Le registrazioni più recenti, pubblicate da Sony Music – Deutsche Harmonia Mundi, riguardano i concerti di J.F.Fasch e “The Musick for the Royal Fireworks” di Handel.
Alcuni di questi CD hanno ricevuto diversi riconoscimenti e premi internazionali, tra cui il “Grand Prix du Disque”, il “Premio Nazionale Classic Voice”, l’Editor’s Choice di Gramophone, le “Choc du Monde de la Musique de l’année 2007”, il “Diapason d’Or de l’année 2009” e fanno di Zefiro un punto di riferimento per questo repertorio nel mondo intero.
Scritti fra il luglio 1775 e il dicembre 1777 da un Mozart appena ventenne, i Divertimenti per 2 oboi, 2 corni e 2 fagotti nascono come Tafelmusiken (letteralmente "musiche da tavola") per la mensa arcivescovile del principe-arcivescovo di Salisburgo Hieronymus von Colloredo, di cui Mozart era alle dipendenze. Le cinque composizioni in programma, ascrivibili all'antica tradizione della musica di corte, fanno parte della cospicua produzione salisburghese di Mozart realizzata su commissione di importanti famiglie, o destinata alle numerose esibizioni pubbliche che il compositore teneva spesso nelle residenze nobiliari.
Concepiti come musiche di carattere gioioso e dal tono facile e disinvolto, i cinque Divertimenti si avvicinano per varietà stilistica al modello della Suite, con danze d'ascendenza francese accanto a ritmi italianizzanti, melodie da opera buffa e persino una vecchia melodia popolare.
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Venerdì 1 aprile 2016
Ensemble Gli Incogniti
Amandine Beyer, violino e direzione
“Viennoiseries”
Musica austriaca nello stylus phantasticus del 17° Secolo
H.I.F. von Biber, G.A. Mealli, J.H. Schmelzer, G.G. Kapsberger, G.B. Viviani, J.J. Froberger, A. Bertali
GLI INCOGNITI
Amandine Beyer, violino barocco
Baldomero Barciela, viola da gamba
Francesco Romano, tiorba e chitarra barocca
Anna Fontana, clavicembalo
Amandine Beyer è nata nel 1974 e affronta lo studio del violino a soli sette anni sotto la guida di Aurelia Spadaro presso il conservatorio Darius Milhaud. A 15 anni è ammessa al Conservatoire Supérieur di Parigi, ottenendo nel 1994 il primo premio nella classe di violino.
Parallelamente si dedica allo studio della musicologia, ottenendo la laurea presso l’Università di Aix-en-Provence. Nel 1995 prosegue i propri studi alla Schola Cantorum Basiliensis, nella classe di violino barocco di Chiara Banchini e, quattro anni più tardi, consegue il Solisten-diplom.
Come solista ha tenuto concerti in tutta Europa, suonando con Mala Punica, Concerto Vocale, la Capella Reial d Catalunya, La Petite Bande… e con il proprio gruppo, L’Assemblée des Honnestes Curieux, con il quale ottiene il primo premio e il premio speciale della giuria nel concorso di Rovereto del 1998.
Ha inciso con il suo Ensemble per Erato, Harmonia Mundi France, Opus 111, Alpha and Ricercar.Nel marzo del 2001 ottiene il primo premio nella Vivaldi-Competition di Torino; ha recentemente inciso i concerti per violino di Vivaldi, che saranno presto editi da Opus 111-Naïve. E’ docente di violino barocco presso la Schola Cantorum Basiliensis.
L’ensemble Gli Incogniti, fondato da Amandine Beyer nel 2006, prende il suo nome dall’Accademia degli Incogniti di Venezia e di questo nome hanno incarnato lo spirito: “il gusto per lo sconosciuto su tutte le sue forme, la sperimentazione delle sonorità, la ricerca del repertorio, la riscoperta dei classici…”
All’interno degli Incogniti si ritrovano musicisti che si sono incontrati in molteplici progetti musicali nel corso degli ultimi anni e che provano gran piacere nel suonare e lavorare insieme. La loro principale ambizione è trasmettere una visione filologica e coerente delle opere che interpretano con la loro sensibilità e il loro gusto.
Incidono per Zig Zag e la prima uscita dedicata ai concerti per violino di J.S. Bach, ha avuto il riconoscimento “Choc du monde de la musique, 10 dè repertorie, Cd der monat”. Si sono esibiti in prestigiose sale concertistiche quali L’Opera de Monte Carlo, le Théâtre de la Ville (Paris), Festival Via Stellae (Espagne), Tage Alter Musik Regensburg (Allemagne), Festival de Sablé...
La pubblicazione del XII disco dedicato alle Stagioni di Antonio Vivaldi ha ottenuto critiche entusiastiche ed è stata riconosciuta come registrazione di riferimento di quest’opera. Ultimamente sono state incise opere dedicate a compositori meno conosciuti quali Nicola Matteis (2009) e Johann Rosenmüller (2010), contenenti molteplici opere in prima registrazione mondiale.
Parallelamente si dedica allo studio della musicologia, ottenendo la laurea presso l’Università di Aix-en-Provence. Nel 1995 prosegue i propri studi alla Schola Cantorum Basiliensis, nella classe di violino barocco di Chiara Banchini e, quattro anni più tardi, consegue il Solisten-diplom.
Come solista ha tenuto concerti in tutta Europa, suonando con Mala Punica, Concerto Vocale, la Capella Reial d Catalunya, La Petite Bande… e con il proprio gruppo, L’Assemblée des Honnestes Curieux, con il quale ottiene il primo premio e il premio speciale della giuria nel concorso di Rovereto del 1998.
Ha inciso con il suo Ensemble per Erato, Harmonia Mundi France, Opus 111, Alpha and Ricercar.Nel marzo del 2001 ottiene il primo premio nella Vivaldi-Competition di Torino; ha recentemente inciso i concerti per violino di Vivaldi, che saranno presto editi da Opus 111-Naïve. E’ docente di violino barocco presso la Schola Cantorum Basiliensis.
L’ensemble Gli Incogniti, fondato da Amandine Beyer nel 2006, prende il suo nome dall’Accademia degli Incogniti di Venezia e di questo nome hanno incarnato lo spirito: “il gusto per lo sconosciuto su tutte le sue forme, la sperimentazione delle sonorità, la ricerca del repertorio, la riscoperta dei classici…”
All’interno degli Incogniti si ritrovano musicisti che si sono incontrati in molteplici progetti musicali nel corso degli ultimi anni e che provano gran piacere nel suonare e lavorare insieme. La loro principale ambizione è trasmettere una visione filologica e coerente delle opere che interpretano con la loro sensibilità e il loro gusto.
Incidono per Zig Zag e la prima uscita dedicata ai concerti per violino di J.S. Bach, ha avuto il riconoscimento “Choc du monde de la musique, 10 dè repertorie, Cd der monat”. Si sono esibiti in prestigiose sale concertistiche quali L’Opera de Monte Carlo, le Théâtre de la Ville (Paris), Festival Via Stellae (Espagne), Tage Alter Musik Regensburg (Allemagne), Festival de Sablé...
La pubblicazione del XII disco dedicato alle Stagioni di Antonio Vivaldi ha ottenuto critiche entusiastiche ed è stata riconosciuta come registrazione di riferimento di quest’opera. Ultimamente sono state incise opere dedicate a compositori meno conosciuti quali Nicola Matteis (2009) e Johann Rosenmüller (2010), contenenti molteplici opere in prima registrazione mondiale.
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Venerdì 8 aprile 2016
Ensemble Il canto di Orfeo
Gianluca Capuano, cembalo e direzione
“Hor che in cielo la terra”
musiche di Claudio Monteverdi
Ensemble Il canto di Orfeo
Gianluca Capuano, cembalo e direzione
“Hor che in cielo la terra”
musiche di Claudio Monteverdi
L'ensemble vocale e strumentale Il canto di Orfeo fondato nel 2005 e diretto da Gianluca Capuano, intende sviluppare e raffinare l'esperienza maturata da lui e dai suoi collaboratori negli ultimi anni di intensa attività concertistica. Uno dei punti di forza del gruppo è la musica di Giacomo Carissimi, dei suoi allievi (fra tutti, Charpentier, Kerll e Bernhard) e dei compositori attivi a Roma negli stessi anni (in primis Luigi Rossi), non disdegnando comunque il meglio della produzione europea tra il 1600 e il 1750.
Fanno parte del gruppo alcuni tra i migliori cantanti e strumentisti specializzati nella prassi esecutiva della musica rinascimentale e barocca. Il gruppo, con la preziosa collaborazione dei musicologi più attivi nella ricerca sul Rinascimento e Barocco musicale, ha come punto di interesse centrale la riscoperta e la valorizzazione di importanti compositori dimenticati dai circuiti concertistici, o di aspetti e composizioni meno noti di più famosi personaggi.
L'ensemble ha debuttato nel novembre 2005 con un programma carissimiano, e si è già prodotto tra l'altro all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, per le “Feste di Apollo” di Parma con il mezzosoprano inglese Catherine King, in collaborazione con la quale Il canto di Orfeo ha pubblicato per l'etichetta ingleseAvie un CD interamente dedicato a Baldassarre Galuppi e contenente arie tratte dai suoi melodrammi, appositamente riportate alla luce e trascritte. Il CD nel mese di gennaio 2007 è stato “Editor's choice” della prestigiosa rivista inglese “Gramophone”. Il gruppo si è inoltre esibito per "Musica e poesia a San Maurizio" a Milano, "Milano Arte Musica", Festival di Brezice (SLO), Festival di Royaumont (FR), Kammermusik Festival di Graz, Cantar di pietre (CH).
Nel settembre 2007 il coro maschile di ICO ha preso parte alla produzione dell'opera in prima esecuzione assoluta Teneke di Fabio Vacchi presso il Teatro alla Scala di Milano, con la regia di Ermanno Olmi e la direzione di Roberto Abbado. Sempre presso il Teatro alla Scala, nel marzo 2012, l'ensemble vocale prenderà parte alla produzione di "Cuore di cane" di Alexander Raskatov diretto da Valerij Giergev. Per i prossimi anni Il canto di Orfeo prevede l'esecuzione e la registrazione dell'integrale degli Oratori di Giacomo Carissimi.
Nel settembre 2012 ha aperto con grande successo il Festival di Royaumont (FR) con un programma di Oratori di Carissimi.Dal 2006 a oggi collabora come ensemble vocale ai progetti della Compagnia per la musica sacra di Milano, eseguendo tra l’altro l’integrale delle Messe di W. A. Mozart eseguite durante le celebrazioni liturgiche.
Nel 2012 è uscito un volume di madrigali in onore di Laura Peperara (una delle dame di Ferrara) per Antiqua/Classic Voice. Il volume comprende madrigali dei più grandi compositori del genere (Marenzio, Gabrieli, Lasso, Merulo) dedicati alla celebre cantante e arpista.
Il gruppo è Ensemble in residence del Festival Musica negli Horti (San Quirico d'Orcia, Toscana, Italia).
Venerdì 15 aprile 2016
Ugo Nastrucci
Giangiacomo Pinardi
oud, liuto, tiorba, chitarra barocca
“Quei vaghi concenti”
La storia del liuto
Ugo Nastrucci
Giangiacomo Pinardi
oud, liuto, tiorba, chitarra barocca
“Quei vaghi concenti”
La storia del liuto
Il programma ripercorre la storia del liuto e degli strumenti affini dalle origini arabe (l'oud, o liuto arabo, è sicuramente il precursore archetipo di tutti gli strumenti successivi) fino alle evoluzioni seicentesche che hanno portato alla ribalta strumenti come la tiorba e la chitarra barocca, a quel tempo definita anche “chitarra alla spagnuola”. Importato in Europa nel Medioevo grazie ai contatti, spesso conflittuali, col mondo arabo, o, più probabilmente, direttamente attraverso la Spagna dominata dagli Arabi, il liuto conobbe una straordinaria fortuna nel periodo rinascimentale, giungendo nel Cinquecento ad una diffusione capillare paragonabile solo alla popolarità che nel Sette-Ottocento ebbero gli strumenti a tastiera. E appunto dalla Spagna parte il nostro itinerario, dapprima con le melodie arabo-andaluse, eseguite all'oud e tutte anonime, per passare poi in italia con il milanese Dalza e lo spagnolo, operante a Roma, Ortiz. La tappa successiva è l'Inghilterra elisabettiana: il liuto fu certamente uno strumento fra i più importanti, come testimonia l'imponente mole di composizione giunte a noi. Presentiamo una selezione di duetti originali dei maggiori autori del periodo, con le caratteristiche imitazioni di suoni tratti dalla natura o dalle realtà della vita (suoni di campane, canti d'uccelli, giochi musicali).
La seconda parte del programma è interamente dedicata agli strumenti seicenteschi derivati dal liuto, ovvero la chitarra barocca e la tiorba: strumento più “popolare” la prima, grazie soprattutto alla possibilità di accompagnare le melodie più in voga con semplici strappate di accordi (le “botte”, in spagnolo rasgueado), divenne nel corso della sua storia uno strumento di raffinatezza paragonabile al liuto per l'opera di compositori come lo spagnolo Gaspar Sanz e il pavese Francesco Corbetta, che ne svilupparono la tecnica.
La tiorba, chiamata anche chitarrone, è invece un grande liuto basso dotato di lunghe corde da toccarsi a vuoto (i bordoni). Nato come strumento di suono possente atto ad accompagnare il canto nel nuovo stile seicentesco del Recitar cantando, venne impiegato quasi subito come strumento solista grazie alla curiosa accordatura “rientrante” (note basse al posto delle acute) che consentiva particolari effetti di risonanza, le cosiddette campanelas, molto apprezzati all'epoca.
Non deve stupire l'inserimento di una toccata improvvisata su una composizione preesistente (il madrigale Lascia ch'io respiri); la pratica di introdurre una parte di concerto improvvisando era comune e documentata da trattati e resoconti d'epoca.
Ugo Nastrucci, milanese, ha studiato composizione con Irlando Danieli e Giacomo Manzoni presso il Conservatorio "Verdi" di Milano, conseguendone il diploma.
Contemporaneamente ha studiato chitarra classica con Massimo Lonardi, dedicandosi in seguito agli strumenti antichi a corde pizzicate: ha frequentato il corso di liuto tenuto da Paolo Cherici presso il Conservatorio di Milano, perfezionandosi ai seminari di Hopkinson Smith. Ha approfondito gli studi di direzione d'orchestra con Simone Fontanelli, dedicandosi alla direzione di importanti lavori del periodo preromantico.
Come liutista e tiorbista ha al suo attivo una intensa attività solistica e collaborazioni con varie formazioni di musica antica fra cui "Il Conserto Vago", "Lo Scrigno d'Orfeo", "Europa Galante", "Ensemble Arte-Musica", la "Capella Leopoldina" di Graz, l'"Alessandro Stradella Consort", l'Ensemble "Zefiro", "I Barocchisti" l'"Accademia del Ricercare"; ha partecipato a numerose registrazioni discografiche, radiofoniche e televisive (RAI, ZDF, ORF, Radio France) ha tenuto concerti presso importanti sedi italiane ed in Francia, Svizzera, Austria, Germania, Olanda, Belgio, Repubblica Ceca, Spagna, Croazia, Stati Uniti. E' autore delle musiche di scena di vari lavori teatrali e di composizioni orchestrali, corali e cameristiche.
Insegna Teoria e Composizione presso l'Istituto Superiore di Studi Musicali F. Vittadini di Pavia, di cui è stato direttore dal 1996 al 2000.
Giangiacomo Pinardi si è specializzato nello studio degli strumenti a pizzico antichi con Massimo Lonardi presso l’Istituto Musicale “F. Vittadini” di Pavia e in seguito frequentando i corsi annuali della Scuola di Musica Antica di Venezia.
Come solista e come continuista, collaborando con numerose formazioni specializzate nel repertorio rinascimentale e barocco (I Barocchisti, Alessandro Stradella Consort, Accademia San Felice, Arte Resoluta, Curtes Francae, Fantazyas...), ha svolto e svolge tuttora intensa attività concertistica in Italia e all’estero.
Dal 2001 collabora stabilmente con l’ensemble Europa Galante diretto da Fabio Biondi, con esso esibendosi regolarmente nelle più importanti stagioni concertistiche internazionali (tra le altre: Carnegie Hall, Lincoln Center e Miller Theatre di New York, Teatro alla Scala di Milano, Auditorium di Santa Cecilia a Roma, Concertgebow di Amsterdam, Théatre des Champs Eliseés, Théatre de la Ville, Salle Gaveau, Salle Pleyel e Cité de la Musique di Parigi, Barbican Center di Londra, Gulbenkian di Lisbona, Filarmonica di Varsavia, Disney Hall di Los Angeles, Library of Congress a Washington, Tokyo Opera City Concert Hall, Sydney Opera House) in tutta Europa, Stati Uniti, Sudamerica, Cina, Corea, Hong-Kong, Giappone, Australia, Nuova Zelanda.
Ha all’attivo oltre cinquanta incisioni discografiche per Emi-Virgin, Sony-Deutsche Armonia Mundi, Decca, Opus 111, Chandos, Amadeus, Tactus, Dynamic, Bongiovanni, Stradivarius, Orfeo, ASV Record, Claves, e per emittenti radio e televisive europee ed americane.
Ha collaborato, in qualità di continuista, con l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, l’Orchestre de Chambre de Lausanne, l’Orchestra I Solisti di Perugia, l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, l’Orchestra Pro Arte Marche, l’Orchestra Guido Cantelli e l’Orquestra de la Comunidad de Madrid.
Dal 2007 collabora regolarmente con la Stavanger Symfoniorkester (Norvegia).
Ha curato l’edizione critica dell’opera Varii Capricii per la Ghittara Spagnuola (Milano 1643) di F. Corbetta.
La seconda parte del programma è interamente dedicata agli strumenti seicenteschi derivati dal liuto, ovvero la chitarra barocca e la tiorba: strumento più “popolare” la prima, grazie soprattutto alla possibilità di accompagnare le melodie più in voga con semplici strappate di accordi (le “botte”, in spagnolo rasgueado), divenne nel corso della sua storia uno strumento di raffinatezza paragonabile al liuto per l'opera di compositori come lo spagnolo Gaspar Sanz e il pavese Francesco Corbetta, che ne svilupparono la tecnica.
La tiorba, chiamata anche chitarrone, è invece un grande liuto basso dotato di lunghe corde da toccarsi a vuoto (i bordoni). Nato come strumento di suono possente atto ad accompagnare il canto nel nuovo stile seicentesco del Recitar cantando, venne impiegato quasi subito come strumento solista grazie alla curiosa accordatura “rientrante” (note basse al posto delle acute) che consentiva particolari effetti di risonanza, le cosiddette campanelas, molto apprezzati all'epoca.
Non deve stupire l'inserimento di una toccata improvvisata su una composizione preesistente (il madrigale Lascia ch'io respiri); la pratica di introdurre una parte di concerto improvvisando era comune e documentata da trattati e resoconti d'epoca.
Ugo Nastrucci, milanese, ha studiato composizione con Irlando Danieli e Giacomo Manzoni presso il Conservatorio "Verdi" di Milano, conseguendone il diploma.
Contemporaneamente ha studiato chitarra classica con Massimo Lonardi, dedicandosi in seguito agli strumenti antichi a corde pizzicate: ha frequentato il corso di liuto tenuto da Paolo Cherici presso il Conservatorio di Milano, perfezionandosi ai seminari di Hopkinson Smith. Ha approfondito gli studi di direzione d'orchestra con Simone Fontanelli, dedicandosi alla direzione di importanti lavori del periodo preromantico.
Come liutista e tiorbista ha al suo attivo una intensa attività solistica e collaborazioni con varie formazioni di musica antica fra cui "Il Conserto Vago", "Lo Scrigno d'Orfeo", "Europa Galante", "Ensemble Arte-Musica", la "Capella Leopoldina" di Graz, l'"Alessandro Stradella Consort", l'Ensemble "Zefiro", "I Barocchisti" l'"Accademia del Ricercare"; ha partecipato a numerose registrazioni discografiche, radiofoniche e televisive (RAI, ZDF, ORF, Radio France) ha tenuto concerti presso importanti sedi italiane ed in Francia, Svizzera, Austria, Germania, Olanda, Belgio, Repubblica Ceca, Spagna, Croazia, Stati Uniti. E' autore delle musiche di scena di vari lavori teatrali e di composizioni orchestrali, corali e cameristiche.
Insegna Teoria e Composizione presso l'Istituto Superiore di Studi Musicali F. Vittadini di Pavia, di cui è stato direttore dal 1996 al 2000.
Giangiacomo Pinardi si è specializzato nello studio degli strumenti a pizzico antichi con Massimo Lonardi presso l’Istituto Musicale “F. Vittadini” di Pavia e in seguito frequentando i corsi annuali della Scuola di Musica Antica di Venezia.
Come solista e come continuista, collaborando con numerose formazioni specializzate nel repertorio rinascimentale e barocco (I Barocchisti, Alessandro Stradella Consort, Accademia San Felice, Arte Resoluta, Curtes Francae, Fantazyas...), ha svolto e svolge tuttora intensa attività concertistica in Italia e all’estero.
Dal 2001 collabora stabilmente con l’ensemble Europa Galante diretto da Fabio Biondi, con esso esibendosi regolarmente nelle più importanti stagioni concertistiche internazionali (tra le altre: Carnegie Hall, Lincoln Center e Miller Theatre di New York, Teatro alla Scala di Milano, Auditorium di Santa Cecilia a Roma, Concertgebow di Amsterdam, Théatre des Champs Eliseés, Théatre de la Ville, Salle Gaveau, Salle Pleyel e Cité de la Musique di Parigi, Barbican Center di Londra, Gulbenkian di Lisbona, Filarmonica di Varsavia, Disney Hall di Los Angeles, Library of Congress a Washington, Tokyo Opera City Concert Hall, Sydney Opera House) in tutta Europa, Stati Uniti, Sudamerica, Cina, Corea, Hong-Kong, Giappone, Australia, Nuova Zelanda.
Ha all’attivo oltre cinquanta incisioni discografiche per Emi-Virgin, Sony-Deutsche Armonia Mundi, Decca, Opus 111, Chandos, Amadeus, Tactus, Dynamic, Bongiovanni, Stradivarius, Orfeo, ASV Record, Claves, e per emittenti radio e televisive europee ed americane.
Ha collaborato, in qualità di continuista, con l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, l’Orchestre de Chambre de Lausanne, l’Orchestra I Solisti di Perugia, l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, l’Orchestra Pro Arte Marche, l’Orchestra Guido Cantelli e l’Orquestra de la Comunidad de Madrid.
Dal 2007 collabora regolarmente con la Stavanger Symfoniorkester (Norvegia).
Ha curato l’edizione critica dell’opera Varii Capricii per la Ghittara Spagnuola (Milano 1643) di F. Corbetta.